
Un film nello zaino
XXIII edizione
presenta
Youngabout International Film Festival XIII edizione
Bologna 18-30 marzo 2019
Nel buio della sala, la luce di altri mondi
Bambine e bambini, ragazze e ragazzi nel cinema
Lungometraggi in Concorso
“Lanciare il cuore oltre l’ostacolo, per essere felici”
Il festival Youngabout presenta lungometraggi e cortometraggi che narrano storie di bambine e bambini e di ragazze e ragazzi alle prese con decisioni che mettono alla prova la loro capacità di fare scelte non facili e che richiedono un grande impiego di energie e di forza d’animo. Un impegno che schiude le porte a scoperte piacevoli, gioiose, spesso impreviste e perciò ancora più soddisfacenti.
Il cinema di qualità è una finestra su un mondo infinito di possibilità e di letture del presente: i giovani spettatori hanno la possibilità di rispecchiarsi nei protagonisti dei film, di sentir risuonare dentro di sé gli echi di emozioni avvertite, spesso ancora sconosciute e difficilmente decifrabili. Si ride e ci si commuove, ascoltando le battute degli attori, osservando il loro movimento sullo schermo, attribuendo al loro agire le motivazioni dei propri stati d’animo: l’empatia verso l’altro da sé, che si offre allo sguardo rapito del pubblico, spesso alla sua prima esperienza in una sala cinematografica, alimenta l’irresistibile magia del cinema e ricrea il miracolo di sentirsi partecipi delle vite di personaggi amati o odiati, ammirati o compatiti.
Un pubblico di tutte le età è invitato a partecipare alle proiezioni del Festival Youngabout e a condividere le emozioni che scaturiscono dalla visione di film di qualità, in lingua originale, inediti e in prima visione
Cinema Odeon, lunedì 18 marzo, ore 9,30
Cinema Bristol, martedì 26 marzo, ore 9,30
GORDON & PADDY (Gordon och Paddy)
Regia: Linda Hambäck; sceneggiatura: Janne Vierth; fotografia: Gabriel Mkrttchian; montaggio: Elinor Bergman, Hannes Knutsson, Linda Hambäck; musica: Martin Landquist; produzione: Lee Film, Film I Väst, distribuzione italiana Wanted, Svezia, 2017, 65’
Anteprima regionale
In concorso alla Berlinale – 2018, sezione Generation K Plus
Un’animazione di qualità, realizzata con estrema cura, ad altezza dello sguardo dei bambini, impreziosita dai morbidi e caldi colori pastello.
Traendo spunto dai libri di Ulf Nilsson e Gitte Spee, una storia di coraggio raccontata dal punto di vista di una rana e un topo poliziotti. Il film racconta la storia di Gordon, un ranocchio poliziotto che per molti anni ha mantenuto la pace nel bosco, proteggendo i piccoli animali dalla temuta volpe. Improvvisamente due cuccioli spariscono nel nulla. Che paura… Chi può essere l’autore del rapimento? E come risolvere l’enigma? Insieme al suo aiutante Paddy, un topolino molto intelligente, Gordon condurrà le indagini. Nell’edizione originale l’attore Stellan Skarsgård ha dato la sua voce al ranocchio Gordon.
Linda Hambäck nata a Seoul, nella Corea del Sud, nel 1974, ha studiato all’Accademia di Arti Drammatiche di Stoccolma. Ha lavorato a lungo come produttrice di cortometraggi di qualità con la sua casa di produzione, LEE Film, prima di passare alla regia. Si occupa principalmente di film d’animazione per bambini, ma ha anche diretto un breve documentario. La sua filmografia comprende Fighting Spirit (2013); Bajsfilmen – Dolores och Gunallensvärld (The World of Dolores and Gunellen, 2016), Gordon och Paddy (2017, Gordon & Paddy).
Cinema Odeon, lunedì 18 marzo, ore 10
LE GRAND BAL
Regia, sceneggiatura: Laetitia Carton; fotografia: Karine Aulnette, Prisca Bourgoin, Laetitia Carton, Laurent Coltelloni; suono: Nicolas Joly, François Waledisch; montaggio: Rodolphe Molla; produzione: film realizzato in collaborazione con l’A.E.A.D.T. – Le grand Bal de l’Europe, distribuzione italiana: Barz and Hippo, Francia, 2018, 99’
Anteprima italiana
Il potere salvifico della danza.
Dopo aver incantato il 71. Festival di Cannes e aver concorso come miglior documentario ai César (gli Oscar francesi), arriva finalmente in Italia, grazie alla casa di distribuzione “Barz and Hippo”, Le Grand Bal, in prima visione al Festival Youngabout di Bologna. L’emozionante documentario di Laetitia Carton racconta la magica esperienza che lega migliaia di persone di ogni età e provenienza che, da oltre 27 anni, si ritrovano per 7 giorni e 8 notti di danza, musica e risate.
Nel mese di luglio, nelle campagne del Borbonese, in Francia, questa manifestazione coinvolge giovani e meno giovani, nelle danze tradizionali. Appassionati confluiscono in questo luogo magico, da ogni parte del mondo, che piova o ci sia il sole, per ballare, ridere, piangere, suonare e… vivere, mentre la musica suona dal vivo, in un emozionante connubio tra tradizione e modernità. Le Grand Bal è un inno senza tempo alla magia del ballo e all’armonia di anime e corpi nella diversità.
Diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Clermont-Ferrand, Laetitia Carton ha esposto i suoi lavori in prestigiosi luoghi dell’arte contemporanea. Si interessa al documentario creativo mentre frequenta l’Art School di Lione. Quindi decide di intraprendere un’altra strada e frequenta il master della produzione documentaria di Lussas (Università di Grenoble). Il suo film di diploma, D’un chagrin j’ai fait un repos, è stato distribuito in tutto il mondo. Nel 2009, gira il suo primo film per la televisione, The Octopus, su una malattia genetica neurodegenerativa che decima la sua famiglia, la malattia di Huntington. Parallelamente, scrive e inizia nel 2006 a girare un film con la comunità dei non udenti, attorno alla lingua dei segni, che finirà nove anni dopo. J’avancerai vers toi a vecles yeux d’un Sourd è stato distribuito nei cinema in Francia a gennaio 2016.
Cinema Odeon, lunedì 18 marzo, ore 18,30
Cinema Odeon, mercoledì 27 marzo, ore 9,30
THE FALL OF SPARTA (La chute de Sparte)
Regia: Tristan Dubois; sceneggiatura: Tristan Dubois, Sébastien Fréchette; fotografia: Daniel Villeneuve; Montaggio: Hubert Hayaud; Musica: Sophie Lupien, Chafiik, La Bronze, Manu Militari, Muzion; Produzione: Parallaxes; Distribuzione: Film Option International, Canada, 93’, 2018
Premi: Vincitore come miglior film allo Junior Film Festival di Dobřani, Repubblica Ceca
Prima visione italiana
Con uno spirito e uno stile agile e caustico, tenero ed empatico, il film ci fa immergere nell’universo degli adolescenti. E’ Steeve Simard, un ragazzo di 16 anni, che frequenta l’ultimo anno della scuola superiore, il protagonista principale del film canadese La chute de Sparte. E’ suo il punto di vista sulle vicende narrate che coinvolgono anche i suoi compagni di scuola e di avventure: il regista Tristan Dubois, anche autore della sceneggiatura insieme a Sébastien Fréchette, autore dell’omonimo romanzo (pluripremiato) da cui il film trae ispirazione, dichiara di aver voluto posizionare la macchina da presa ad altezza dello sguardo dell’introverso adolescente Steeve, appassionato lettore, con un immaginario affollato dai personaggi dei suoi libri preferiti, amante della storia e con una vita scandita dall’ascolto compulsivo della musica. Steeve prova a farsi accettare dai suoi coetanei, sebbene la timidezza e un atteggiamento ipercritico verso i propri supposti “limiti” lo frenino di continuo. Di grande conforto è per lui l’amicizia con Virgil (Jonathan St-Armand), da cui si sente accettato e apprezzato. L’amore segreto per la compagna di classe Verònique lo porta a scontrarsi con il suo rivale, un impetuoso giocatore di football.
Tristan Dubois è nato in Svizzera nel 1975. È emigrato in Quebec nel 1984, dove si è laureato in cinematografia. Dopo aver frequentato il Conservatory of Dramatic Art di Montreal ha partecipato alla serie di successo Tribu.com. Nel 2005, è stato uno dei 29 registi ammessi all’American Film Institute Conservatory (AFI) di Hollywood. Da allora, Tristan ha diretto diversi lungometraggi per la televisione e numerosi cortometraggi, videoclip, spot pubblicitari e videogiochi. La caduta di Sparta è il suo primo lungometraggio come autore.
Cinema Odeon, martedì 19 marzo, ore 9,30
Cinema Odeon, sabato 23 marzo, ore 16
HALCAA
Regia: Nila Madhab Panda; sceneggiatura: Nitin Dixit; fotografia: Pratap Rout; montaggio: Archit Damodar Rastogi; musica: Shankar Ehsaan Loy; Produzione Akshai Parija Productions, India, 2018, 112’
Prima visione italiana
Premi: Gran Premio al Montreal International Film Festival 2018; Grand Prix for the best film al Kinolub Festival for Children and Youth, Polonia
Un grande, piccolo problema legato alla cacca, tormenta Pichku, un bambino di circa 9 anni! Dove farla se nella sua abitazione e nel circondario mancano i servizi igienici e si è un bambino timido e molto riservato? Pichku ha un forte senso del pudore: si rifiuta di seguire la tradizione (acquisita anche per lo stato di necessità) di espletare le sue funzioni fisiologiche all’aperto, lungo i binari della ferrovia, accanto agli altri abitanti dello slum dove vive. E’ una consuetudine che sembra non mettere nessuno in imbarazzo. Insieme al coetaneo e amico Goki, si avventura nelle strade della grande città per trovare un negozio di sanitari e acquistare un water: il sogno più grande dei due bambini è costruire con le proprie mani una baracca, che possa essere trasformata in una vera, confortevole toilet. E’ l’inizio di una grande impresa…
Nila Madhab Panda è nato nel 1973 a Subarnapur, in India. Ha frequentato l’Indian Institute of Management Bangalore. Dopo aver conseguito il diploma, ha lavorato come regista, collaborando alla realizzazione di circa 70 cortometraggi e lungometraggi. Recentemente ha fondato la “International screenwriters Lab”.
Cinema Bristol, martedì 19 marzo, ore 9,30
Cinema Odeon, mercoledì 20 marzo, ore 9,30
THE FALCONS (Víti í vestmannaeyjum)
Regia: Bragi Thor Hinriksson, sceneggiatura: Gunnar Helgason, Jóhann Ævar Grímsson, Ottó Geir Borg; tratta dal libro: “Víti í Vestmannaeyjum” di Gunnar Helgason; fotografia: AgustJacobsson; montaggio: Gudni Halldórsson; interpreti: Lúkas Emil Johansen, Róbert Luu, Ísey Heidarsdóttir, Viktor Benóny Benediktsson, Jóhann G. Jóhannsson, Óli Gunnar Gunnarsson, Ilmur Kristjánsdóttir; Prodotto da Anna Vigdís Gísladóttir, Thorhallur Gunnarsson, Islanda, 2018, 97’
In concorso allo Zlin International film festival; e allo Schilingel International Film Festival;
SIFFCY 2018, India – the Best Director Award by the eminent professional Jury
Prima visione regionale
Amare il calcio
Ogni estate, nelle isole Westman, al largo dell’Islanda, viene organizzato un torneo di calcio per ragazzi. Jon, 10 anni, partecipa con la sua squadra: un’occasione per mettere alla prova il suo talento come giocatore, ma soprattutto per verificare la sua capacità di assumersi responsabilità e saper prendere decisioni. The Falcons racconta una storia fatta di sogni e aspettative … un gruppo di calciatori in erba deve confrontarsi con problemi inaspettati, ma anche godere dell’amicizia e della solidarietà tra coetanei, in un paesaggio di particolare bellezza. Al primo match Jon e i suoi compagni si scontrano sul campo con Ívar, un giocatore avversario, prepotente e con atteggiamenti da bulletto. Ívar, al termine della partita, per dispetto, sequestra il pallone da calcio dei suoi contendenti, che, inferociti e con propositi di vendetta, lo seguono fino alla sua abitazione. Ma inaspettatamente il gruppetto di ragazzi scopre che Ívar, tanto sfrontato e sicuro di sé con i coetanei, subisce maltrattamenti da parte del padre. Messa da parte la rivalità calcistica, i giovani giocatori decidono di aiutarlo.
Bragi Thor Hinrikssonm nato in Islanda nel 1974, è un affermato regista pluripremiato. Ha diretto sei lungometraggi, quattro dei quali hanno goduto di un’enorme successo al botteghino in Islanda, rivaleggiando sul mercato nazionale con film del calibro di Harry Potter, Toy Story 3 e Avatar.
Cinema Odeon, mercoledì 20 marzo, ore 10,00
Cinema Odeon, martedì 26 marzo, ore 18,30
OLD BOYS
Regia: Toby MacDonald; sceneggiatura: Freddy Syborn, Luke Ponte; fotografia: Nanu Segal; musica: Andrew Hewitt; montaggio: Sam Sneade, Mark Trend; cast: Alex Lawther, Pauline Etienne, Jonah Hauer-King, Denis Menochet, Joshua McGuire, Nicholas Rowe; produzione: A Film4, British Film Institute presentation of a Momac Films production in association with Creative England, Film i Väst, Plattform Produktion, Gran Bretagna, 2018, 95’
Premi: Best film of 24th Sarajevo Film Festival
Nomination come Miglior Film al São Paulo International Film Festival
Prima visione regionale
La creatività e l’ingegno vincono ogni ostacolo…
Il regista Toby MacDonald e lo sceneggiatore Freddy Syborn hanno preso a modello la celebre commedia teatrale Cyrano de Bergerac, pubblicata nel 1897 dal poeta drammatico francese Edmond Rostand. Tra i precedenti adattamenti cinematografici entrambi si sono ispirati a due diversi modelli: il regista MacDonald innamorato della versione cinematografica francese del 1990, diretta da Jean-Paul Rappeneau ed interpretata da Gérard Depardieu e lo sceneggiatore Freddy Siborn della commedia hollywoodiana, Roxanne (1987), con Steve Martin, regia di Fred Schepisi.
Il regista voleva raccontare gli impacci, i timori, le timidezze dell’adolescenza, il desiderio inconscio di celare i veri sentimenti, di mostrarsi diversi, di nascondersi dietro una maschera neutra, impenetrabile. Il suo Cyrano acquista le fattezze di Amberson, un ragazzo dai lineamenti armoniosi, ma pervaso da una mostruosa paura di essere inadeguato: il suo fisico gracile e non muscoloso come quello di Winchester, leader del college Calderhouse, dotato della forza fisica e del coraggio necessari a primeggiare nelle competizioni sportive, fiore all’occhiello della sua scuola, lo espone alle angherie dell’insegnante di educazione fisica e dei compagni. Questo universo tutto maschile, con il suo tran tran quotidiano, viene messo in subbuglio dall’arrivo del nuovo insegnante di francese e della sua giovane figlia Agnes. Una serie inarrestabile di gag divertenti e di equivoci porta all’inevitabile confronto fra Amberson, Winchester e Agnes e fa emergere le “verità” nascoste.
Toby MacDonald è nato a Londra nel 1975. Trasferitosi a Los Angeles, ha incominciato a occuparsi di cinema. Nel 2000 ha diretto il cortometraggio “Je t’aime John Wayne”, che gli è valso un European Film Award e il primo BAFTA, quindi nel 2001 due episodi della serie TV “Table 12”, ha poi realizzato nel 2002 il corto “Mexicano” e nel 2004 sei episodi della serie TV “My life in film”, quindi nel 2005 il cortometraggio “Heavy metal drummer” (che ha vinto il BAFTA) e nel 2008 il lungometraggio “Wholphin: Issue 4”
Cinema Rialto, sala 2, martedì 19 marzo, ore 18,30
Cinema Odeon, giovedì 21 marzo, ore 9,30
LOS BANDO
regia: Christian Lo; sceneggiatura: Arild Tryggestad; fotografia: Bjørn Ståle Brattberg; montaggio: Arild Tryggestad; musica: Eirik Myhr; interpreti: Jonas HoffOftebro, Tage Hogness, Jacob Dyrud, Tiril Marie Høistad Berger, Nils Ole Oftebro, Frank Kjosås, Ingar Helge Gimle, Vera Vitalli; Produzione: Nicholas Sando, Trine Andalen Lo, 2018, Norvegia, 94’
Prima visione regionale
Premi: In concorso al festival di Berlino 2018, sezione Generation
Creare una band musicale, a qualunque costo
LOS BANDO è un road movie divertente, elettrizzante, una storia di musica e amicizia, che racconta le avventure di Grim e Axel per creare una vera band musicale e partecipare all’annuale Norwegian Championship of Rock. Alla ricerca di un bassista e di un abile vocalist, dopo una serie fallimentare di provini, finiscono per accettare che Thilda, nove anni, diventi la loro bassista – al violoncello. Come autista, scelgono un talento del rally locale, Martin. Quello che ancora non sanno è che Thilda è un genio, anticonformista e ribelle, e Martin non ha la patente. Si imbarcano così in un folle viaggio attraverso la Norvegia, con la polizia e i genitori che li inseguono. Sarà una corsa a perdifiato verso l’agognata meta.
Christian Lo è nato nel 1977. Ha esordito al cinema con il film Rafiki (Bestevenner). In precedenza ha diretto quattro cortometraggi per bambini più volte premiati: Punctured (2001), Iver (2004), Ramp (2005) e Baluba runa (2007). Tough guys (De tøffeste gutta), del 2013, è il suo secondo lungometraggio. Christian Lo ha studiato cinema in Inghilterra e attualmente lavora per la società di produzione Filmbin, con sede a Lillehammer, l’unica società di produzione cinematografica norvegese interamente dedicata a film per bambini e giovani.
Cinema Odeon, venerdì 22 marzo, ore 10
Cinema Europa, lunedì 25 marzo, ore 18,30 In collaborazione con Kinodromo
LA FAMILIA,
Regia e sceneggiatura: Gustavo Rondón Córdova; fotografia: Luis Armando Arteaga; musiche: Alejandro Zavala; montaggio: Andrea Chignoli, Cristina Carrasco, Gustavo Rondón Córdova; Scenografia: Matías Tikas; interpreti: Giovanni Garcia, Reggie Reyes; produzione: DHF, Factor RH Producciones (VE), La Pandilla Producciones (VE), Películas Prescindibles (VE), distribuzione: Celluloid Dreams, Venezuela, Cile, Norvegia, 2017, 82’
Prima visione regionale
Premi: In concorso alla 56 Semaine de la Critique (Cannes, 2017), candidato agli Oscar come miglior film straniero
“La familia” è composta solo da un figlio, Pedro, 12 anni, un’esistenza vissuta tra le strade della favela e da Andrès, giovane padre, sempre alla ricerca di lavori che possano garantire la sopravvivenza del suo piccolo nucleo familiare. Nella caotica periferia di Caracas, Pedro, orfano di madre, deve gestire una libertà d’azione e un’assenza di regole, pericolose alla sua età: trascorre le sue giornate con il suo migliore amico, Johnny, trascurando lo studio, tra giochi alla playstation o perlustrazioni delle strade del circondario. Malauguratamente, un pomeriggio, un loro coetaneo, un altro adolescente randagio, minaccia, armato di pistola, Johnny per sottrargli il cellulare. Pedro interviene e, nella colluttazione, per difendersi, ferisce a morte, con un coccio di bottiglia, il suo contendente. Nel fuggire, i due aggrediti si imbattono nel padre del nostro protagonista, che, compresa la gravità della situazione, decide di darsi alla fuga assieme al figlio, che invece gli oppone resistenza. Pedro, spaventato, confuso e arrabbiato, vorrebbe disubbidire al padre e tornare sui suoi passi, anche per cercare di aiutare il suo amico del cuore dalla feroce, inevitabile vendetta dei parenti della sua vittima. Ma la fuga sarà una soluzione saggia ed indispensabile per restare vivi e provare a ricominciare una nuova esistenza, seppure con una dolorosa, lacerante consapevolezza.
Gustavo Rondón Córdova è nato a Caracas, in Venezuela. Ha conseguito una laurea in Comunicazione presso l’Università Centrale del Venezuela (UCV), oltre a una laurea in Cinema presso la Scuola di cinema e televisione dell’Accademia delle arti interpretative di Praga (FAMU), Repubblica Ceca. Il suo cortometraggio più recente, Nostalgia, è stato selezionato al concorso ufficiale Shortage del 2012 della Berlinale, ed è stato acquisito ed esibito da Arte Television Channel. La Familia è il suo debutto cinematografico, che ha avuto la sua prima mondiale nella Settimana della Critica di Cannes 2017 ed è stato selezionato in più di trentacinque festival cinematografici di tutto il mondo tra cui Karlovy Vary, San Sebastian, Chicago, Mar del Plata, Cairo, Chicago, vincendo premi come miglior film a Biarritz, Santiago, Lima e Skopje
Cinema Odeon, lunedì 25 marzo, ore 9,30
Cinema Odeon, lunedì 30 marzo, ore, 16.00
Cinema Bristol, martedì 2 aprile, ore 9,30
MY GIRAFFE (Dikkertjedap)
MY GIRAFFE (Dikkertjedap)
Regia: Barbara Bredero; sceneggiatura: Mirjam Oomkes, Laura Weeda; fotografia: Coen Stroeve; montaggio: David Verdurme, Michiel Reichwein; scenografia: Florian Legters ; costumi: Monica Petit ; musiche: Herman Vitkam; interpreti: Liam de Vries, Martijn Fischer, Medi Broekman, Egbert-Jan Weeber. Produzione: Erik Glijnis, Eva Eisenloeffel, Fleur Winters, Leontine Petit, 74’ Olanda, 2017
L’amicizia tra un bambino e una giraffa
Il film racconta la difficile impresa, per un bambino, dell’inserimento nella scuola dell’infanzia, del primo distacco dai genitori, dei primi passi verso l’autonomia e delle prime esperienze di relazione con gli altri coetanei. Patterson è nato lo stesso giorno del suo migliore amico, la giraffa Raf. Poiché suo nonno è il custode dello zoo, il bambino trascorre molto tempo con l’animale. I due “cuccioli” crescono in simbiosi e “parlano” lo stesso linguaggio. Sono inseparabili e condividono tutto, finché Patterson non deve andare alla scuola dell’infanzia, scoprendo che le giraffe non sono ammesse e soffrendo moltissimo per questo… tuttavia, inaspettatamente, scopre quanta gioia e quante soddisfazioni possa suscitare l’amicizia con un altro bimbo dell’asilo.
Barbara Bredero, dopo gli studi di teatro, cinema e televisione all’Università di Amsterdam, lavora come assistente di produzione e assistente alla regia. Ha lavorato, tra gli altri, con Heddy Honigmann, Theo van Gogh, Rita Horst, Ruud van Hemert and Johan Nijenhuis. Dirige sé stessa in vari programmi televisivi come Meiden van de Wit, Westen wind, Floor faber and hetklok huis. È direttore creativo della serie tv Vrijland e dirige la serie tv Sammy Para maribo in Suriname (Sud America). Il suo primo corto, “From Linnaeus straat with love” – dedicato al regista Theo van Gogh – è stato realizzato nel 2005. Il suo primo film per bambini, Morrison gets a baby sister, esce nel 2008. In seguito la Bredero dirige la trilogia Mister Twister, un successo da 600.000 spettatori nei soli Paesi Bassi. Ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali: a Chicago, in Iran, in Germania, nei Paesi Bassi ed il premio per la regia in Germania (Lucas).
Cinema Odeon, martedì 26 marzo, ore 10
THE PRAYER (LA PRIÈRE)
Regia: Cedric Kahn; sceneggiatura: Fanny Burdino, Samuel Doux, Cedric Kahn, based on an original idea by Aude Walker; fotografia: Yves Cape; scenografia: Guillaume Deviercy; costumi: Alice Cambournac; montaggio: Kayre Gardette ; interpreti: Anthony Bajon, Damien Chapelle, Alex Brendemuhl, Louise Grinberg, Hanna Schygulla; produzione Les Films du Worso, Francia, 107’
Prima visione regionale
In concorso nella sezione ufficiale al Festival di Berlino 2018
Il film segue Thomas nel suo percorso di “redenzione”: è un tossicomane di 22 anni, fuggito da diverse comunità di recupero, dedito a piccoli furti per procurarsi le dosi. La sua ultima possibilità è una comunità per giovani uomini provenienti da diversi paesi e contesti sociali, per lo più abbandonati da famiglie non abbienti, che vogliono superare la loro dipendenza dall’eroina e vivono insieme in una remota casa sulle montagne francesi. Sotto la supervisione di un giovane prete cattolico, i loro giorni ruotano attorno alla preghiera, alla solidarietà e al duro lavoro nei campi. Sono completamente isolati e devono fare affidamento l’uno sull’altro per sopravvivere. Kahn e i co-sceneggiatori Fanny Burdino e Samuel Doux, lavorando su un’idea originale di Aude Walker, raccontano la strada tutta in salita di Thomas. All’inizio sembra una causa persa, il ragazzo riesce a malapena a pronunciare una parola; attacca violentemente chiunque cerchi di aiutarlo e dopo solo una settimana decide di scappare. Per fortuna, non arriva così lontano, e viene ospitato e accolto da una famiglia caritatevole, la cui bella figlia archeologa, Sybille, lo infiamma d’amore. Thomas torna sui suoi passi, decide di venirne fuori e di seguire le regole della comunità.
Per Thomas ogni istante è una dura lotta, ma è aiutato dal senso di unità e amicizia che incontra, così come dall’amicizia di Sybille. A poco a poco il giovane inizia a dare una nuova possibilità alla sua nuova vita: combattuto tra l’amore per la ragazza e l’aspirazione alla vita religiosa, quale strada seguire? Prezioso il cameo della grande attrice tedesca Hanna Schygulla
Cedric Kahn nato a Crest, in Francia, nel 1966, ha iniziato a lavorare nell’industria cinematografica come montatore, poi come sceneggiatore. Nel 1991 ha diretto il suo primo lungometraggio Bar desrails, presentato al Festival Internazionale del Cinema di Venezia. Il suo secondo lungometraggio, Trop de bonheur, è stato selezionato per la Quinzaine des Réalisateurs a Cannes e vinto il premio Jean Vigo. Roberto Succo è stato selezionato per la proiezione in concorso a Cannes nel 2001; RedLights ha gareggiato alla Berlinale. Ha diretto attori come Valeria Bruni-Tedeschi, Leïla Bekhti, Guillaume Canet e Mathieu Kassovitz. Ha anche lavorato come attore in diversi film diretti da Elie Wajeman, Joachim Lafosse e Paweł Pawlikowski.
Cinema Odeon, giovedì 28 marzo, ore 9,30
SUPA MODO
Regia: Likarion Wainaina; sceneggiatura: Mugambi Nthiga, Silas Miami, Wanjeri Gakuru, Kamau Wandung’u; fotografia: Enos Olik; montaggio: Charity Kuria; scenografia: Neha Manoj Shah; costumi: Scolastica Namwai; Produzione: Sarika Hemi Lakhani, Siobhain “Ginger” Wilson, Tom Tykwer, Marie Steinmann-Tykwer, Guy Wilson; interpreti: StycieWaweru, Nyawara Ndambia, Marrianne Nungo, Johnson Chege, Humphrey Maina, Joseph Omari, Germania, Kenia 2018, 74’
Premi: Supa Modo ha vinto il Premio come Miglior film al Festival di Berlino 2018, Sezione Generation Kplus; miglior film al Cartagine Film Festival 2018
I supereroi non muoiono mai e anche se, malauguratamente, ciò dovesse accadere continuano a ispirare i loro ammiratori, di generazione in generazione.
Jo, che ha nove anni, ama i film d’azione e sogna di essere, almeno per un giorno, una “supereroina”. Il suo più grande desiderio: trasformarsi in una creatura dotata di super poteri. L’immaginazione può aiutarla a dimenticare che è gravemente malata. La sorella maggiore Mwix, adolescente ribelle e coraggiosa, contravvenendo alla volontà materna, donna ansiosa e iperprotettiva, fa di tutto per incoraggiare Jo a giocare come gli altri bambini e a credere che i suoi sogni possano avverarsi. Con la complicità di un abile filmaker riesce a coinvolgere l’intero villaggio nell’allestimento di un set cinematografico per trasformare le fantasie di Jo in realtà. Questo dramma a tratti divertente e molto commovente del cineasta keniano Likarion Wainaina, creato come parte di una master class ospitata dal collettivo di produzione tedesco-keniano One Fine Day Films – Ginger Ink, celebra il potere salvifico del cinema e dell’immaginazione e racconta, con tanta delicatezza, un modo insolito per dire addio.
Likarion Wainaina è nato a Mosca, in Russia, ma ora vive a Nairobi, terra d’origine dei suoi genitori, dove lavora come regista e direttore della fotografia. Come cameraman ha girato documentari e spot pubblicitari, come regista ha lavorato a diversi programmi televisivi e realizzato numerosi cortometraggi. Uno dei suoi primi film, Between the Lines, è stato il primo film keniota proiettato su uno schermo IMAX in Kenya. Più recentemente, il suo film Bait è stato proiettato al Festival di Cannes.
Cinema Odeon, giovedì 28 marzo, ore 10
AMAL
Regia, sceneggiatura, fotografia: Mohamed Siam; montaggio: Véronique Lagoarde-Ségot; Musica: Matthieu Deniau, interpreti: AmalGamal, Nagua Said, Esraa Mamdouh, Hosny Swelam, Khaled Mahmoud; Produzione: Abbout Prods., Artkhana presentation in co-production with Andolfi, Barents film, Good Company Pictures in association with Screen Institute Beirut, Linked Prods, Arnaud Dommerc, Sara Bökemeyer, Ingrid Lill Høgtun, Patricia Drati, Egitto-Libano-Germania-Francia-Norvegia-Danimarca-Qatar, 2017, 83’
Premi: Miglior documentario al Leipzig Documentary Film Festival.
Il regista Mohamed Siam, coadiuvato dalla montatrice Véronique Lagoarde-Ségot, ha utilizzato, per girare il suo documentario dedicato all’adolescente Amal, sia i filmini amatoriali girati dal padre della protagonista quando lei era una bambina, che le riprese da lui effettuate nell’arco di cinque anni. Amal è nata nel gennaio 1997. E’ una ragazza forte, la sua energia proviene anche dalla fiducia che il padre, morto prematuramente quando lei aveva solo 10 anni, riponeva in lei e nelle sue capacità. La macchina da presa ha pedinato la ragazza, scortandola in compagnia dei suoi amici, nel tempo libero, affiancandola nei momenti dedicati allo studio, facendo affiorare le sue contraddizioni, tra il desiderio di confondersi e mimetizzarsi tra gli amici “maschi” (per difendere la sua libertà d’azione) e i tentativi di far risaltare la sua femminilità. La storia personale di Amal si intreccia con quella del suo Paese, l’Egitto.
Mohamed Siam è un documentarista e regista di film di finzione, direttore della fotografia, ha ricevuto finanziamenti e premi internazionali a supporto dei suoi film dal Sundance Institute, Fondo mondiale del cinema, CNC, Aiut Cinémasdu Monde, Sorfond, Vision Sud Est, Doha Film Institute, IDFA Bertha Fund, Catapult Fondo cinematografico, Hot Docs Blue Ice Fund, OIF, Cinereach, Fondo arabo per le arti e la cultura e Screen Institute Beirut. I suoi film sono stati proiettati in festival internazionali. Per la sua formazione ha frequentato molte prestigiose istituzioni cinematografiche come il Sundance Labs, l’IDFA Academy, il Doc Campus, La Fabriquedes Cinémasdu Monde al Festival di Cannes, i Berlinale, Durban e Beirut Talent Campus. Ha collaborato con l’eccellente montatrice danese Molly Marlene Stensgaard (Dancer in the Dark, Melancholia).
Cinema Odeon, giovedì 28 marzo, ore 10,30
Cinema Odeon, giovedì 28 marzo, ore 18,30 In collaborazione con il progetto Sequenze di gola e Natura Sì
I VILLANI
Regia: Daniele De Michele; sceneggiatura: Daniele De Luca, Andrea Segre; fotografia: Salvatore Landi; montaggio: Donatella Ruggiero; musiche: Marco Messina, Sacha Ricci; produzione: malia, RaiCinema; distribuzione: ZaLab, Italia, 2018, 76’
Premi: In concorso al Festival di Venezia, sezione Giornate degli Autori– Menzione Fedic – Il Giornale del Cibo
La cultura della terra, l’arte del raccolto, la devozione verso il cibo buono, sano e condiviso. Il titolo del film è I villani, ovvero coloro che hanno fatto una scelta di vita totalmente genuina e quasi rivoluzionaria per il nostro tempo. Sullo schermo la preziosa testimonianza di quattro personaggi che si relazionano con la cucina italiana meglio di tantissimi grandi produttori o cuochi stellati. “La terra ha bisogno dell’uomo”. Con queste parole inizia il documentario diretto da Don Pasta, nom de plume di Daniele De Michele. Coltivare la terra, allevare gli animali e pescare in mare aperto è tradizione, cultura, storia. Oggi resiste ancora, ma non è detto che riesca a farlo per molto altro tempo. I villani infatti è un’ode alla terra (salvata dall’uso indiscriminato dei pesticidi), alla genuinità, ai sapori, odori e gusti primordiali. Sarà presente il regista Daniele De Michele (Don Pasta)
Daniele De Michele, in arte Don Pasta, è un dj, economista, appassionato di gastronomia. Per il New York Times, “uno (e per certi versi unico) dei più inventivi attivisti del cibo”. Sul palco usa vinili e pentole contemporaneamente, mixer e minipimer per frullare musica e veloutés. Una consolle, un piano da cucina, fornelli e vinili, coltelli e Technics 1200. Il suo primo progetto, “Food sound system” è divenuto un libro, edito da Kowalski, e uno spettacolo multimediale, in tournée in giro per il mondo da ormai dieci anni. A questo ha fatto seguito nel 2009 “Wine Sound System” sempre edito da Kowalski, tradotto anche in francese dal marzo 2011. Nel febbraio 2013 è stato pubblicato il suo terzo libro: La Parmigiana e la Rivoluzione. Collabora tra gli altri con Paolo Fresu, David Riondino, Daniele di Bonaventura. Scrive regolarmente per Slow Food, Repubblica, Left Avvenimenti e collabora con Smemoranda, Alias, Fooding, l’Università del Gusto di Slow Food, CasArtusi e Cultura gastronomica.
Sabato 30 ore 19 Spazio MenoMale
Festa finale