GLI INVISIBILI

Pubblicato da Francesco Pellegrini il

Youngabout Film Festival, dopo aver approfondito il tema della Shoah durante il percorso di formazione sul linguaggio cinematografico, onorerà la Giornata della Memoria presentando lunedì’ 28 gennaio alle ore 9.30 presso il Cinema Odeon il film “Gli invisibili” di Claus Räfle.

Scheda

Gli invisibili (Die Unsichtbaren), regia: Claus Räfle; sceneggiatura:  Claus Räfle e Alejandra López; fotografia: Jörg Widmer; montaggio: Jörg Hauschild, Julia Oehring; interpreti:  Max Mauff, Alice Dwyer, Ruby O. Fee, Aaron Altaras, Andreas Schmidt, Victoria Schulz. Distribuzione italiana Lucky Red, Germania, 2017, 110’.

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Efficace esempio di docufiction, Gli Invisibili di Claus Räfle, attraverso una tecnica ibrida e uno stile narrativo asciutto, alterna e sovrappone momenti di finzione accuratamente girati ad interviste ai reali protagonisti delle vicenda narrate insieme ad un equilibrato uso di immagini d’epoca.

L’ispirazione per il progetto venne al regista tedesco nel 2004. In quel periodo, Räfle era impegnato nella realizzazione di “Salon Kitty”, un documentario televisivo su una leggendaria casa d’appuntamenti di Berlino, operativa durante la Seconda Guerra Mondiale. In questo famoso luogo frequentato da numerosi ufficiali delle forze armate tedesche, spie e diplomatici, era nascosta in clandestinità una giovane berlinese ebrea. Curioso di approfondire l’incredibile storia di questa donna, Räfle iniziò a svolgere ricerche sempre più approfondite sulle vite di quegli ebrei berlinesi che nel corso della guerra riuscirono a nascondersi e a sopravvivere. Appassionatosi all’argomento, il regista tedesco decise di raccontare questo tema in un nuovo lavoro, “Gli Invisibili”.  Grazie al Centro del Memoriale della Resistenza tedesca di Berlino e in particolare al gruppo di ricerca del Centro per la Memoria degli Eroi silenziosi, Räfle riuscì a mettersi in contatto con alcuni di questi sopravvissuti e, a partire dal 2009, iniziò a incontrarli personalmente. Decise in seguito di concentrarsi su quattro di loro Hanni Lévy, Cioma Schönhaus, Ruth Gumpel e Eugen Friede che, nel cuore della capitale tedesca, sfuggirono alle persecuzioni naziste, rendendosi “invisibili” alla onnipresente Gestapo, alle insospettabili spie e ai numerosi delatori annidati in ogni angolo della città. Su 160.000 ebrei che vivevano in Germania all’inizio della guerra, solo 5.000 scamparono alla deportazione e di questi 1700 a Berlino. Tutti gli altri furono deportati nei lager per essere progressivamente sterminati nel corso della cosiddetta “Soluzione finale”. Se 5000 di loro riuscirono a sopravvivere ad una tale carneficina fu grazie a fantasiosi e avventurosi stratagemmi come i travestimenti e i cambi di colore di capelli, ma anche grazie alla solidarietà e al contributo spontaneo di decine di migliaia di “eroi silenziosi” che, rischiando la propria vita e quella dei loro cari, nutrirono, offrirono un rifugio o favorirono la fuga dei perseguitati. Sono i “Giusti tra le nazioni” la cui memoria è onorata al Memoriale sull’Olocausto Yad Vashem in Israele. Räfle, attraverso una ricostruzione molto accurata e precisa a livello storico, ci ricorda, infatti, come non tutti i tedeschi fossero convinti nazisti e che, persino nella Germania di Hitler, caratterizzata da un dominio assoluto dell’ideologia del partito sul singolo individuo (“un popolo, un führer, un reich”, “il fuhrer ordina noi obbediamo”) e da una generale “anestesia” delle coscienze che ha permesso inaudite atrocità come l’olocausto, ci fosse spazio per singoli atti di solidarietà, bontà, altruismo ed eroismo.  

Da sottolineare infine l’interpretazione del giovane Max Mauff che ha saputo offrire una prova davvero convincente e coinvolgente nel ruolo di Cioma e la magnifica fotografia curata da Jörg Widmer già collaboratore di Terence Malick in The Tree of Life (2011) e To The Wonder (2012).

Claus Räfle

Fin dai primi anni ’90 Claus Räfle ha dimostrato il suo interesse per temi particolari e storie affascinanti, condite da un sottile senso dell’umorismo e da uno stile narrativo asciutto, tipici del suo stile. La giuria del Grimme Award ha premiato il suo documentario per la televisione Die Heftmacher come miglior programma di giornalismo televisivo dell’anno.

Il suo mediometraggio DerKandidat, “una satira politica condita da ironia (Die Welt)”, ha meritato una menzione speciale ai Max Ophüls Awards. E ai Prix Europa i suoi documentari Blitzhochzeit in Dänemarke, Die Stundedavor hanno ottenuto candidature ai premi per il miglior documentario tedesco.

In totale Räfle ha girato una quarantina di documentari per la televisione, quasi sempre come autore e regista. Negli anni ’90 ha anche prodotto video molto apprezzati per le loro storie pungenti. Ha scritto e sviluppato “Gli invisibili” insieme ad Alejandra López.

Scheda a cura di Francesco Pellegrini

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